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Il peccato di Donna Santa

di Giovanni Verga

Stavolta il quaresimalistaper far colpo su quelle teste d'asini chevenivano alla predica tirati proprio per la cavezzae poi tornavano a farpeggio di primaimmaginò un colpo di scenache se non giovava quelloprediche o sermoni era tutto come lavare la testa all'asino davvero. Fecenascondere nella vecchia sepolturalà sotto il pavimento della chiesailsacrestano e due o tre altricui aveva prima insegnato la partee poi disse: -Lasciate fare a me -. Cadeva giusta lapredica dell'Infernoin fine degli esercizi spiritualie la chiesa era pienazeppa di gentechi per un verso e chi per un altrochi per ordine del giudice(che a quei tempi il timor di Dio s'insegnava colla sbirraglia) e chi per amordella gonnella. Gli uomini a sinistrada una partee le donne dall'altra. Ilpredicatore montato sul pulpito dipingeva al vivo l'infernocome se ci fossestato. E poi a ogni tratto tuonavacon un vocione spaventoso: - Guai! Guai! -Come tante cannonate. Le donne raccolte in branco dentro il recinto adestra della navatachinavano il capo sgomentea ogni colpoe lo stesso donGennaro Pepich'era don Gennaro Pepi! si picchiava il petto in pubblicoeborbottava ad alta voce: - Pietà e misericordiaSignore! -Ma c'era poco da fidarsiperché ogni giornoprima di scorticare ilprossimo a quattr'occhidon Gennaro Pepi tornava a mettersi in grazia di Dioandando a messa e a confessionee quanti erano alla predica poisi sapeva chesarebbero tornati a fare quel che avevano fatto sempre.- Guai a tericco Epuloneche ti sei ingrassato col sangue del povero!- E tuScriba e Fariseospogliatore della vedova e dell'orfano... -Questa era pel notaio Zacco. E ce n'era per tutti gli altri: pel baroneScampolo che aveva una lite coi reverendi padri cappuccini; per don Luca Arponeil quale viveva in concubinato colla moglie del fattore; pel fattore che sirifaceva alla sua volta sulla roba del padrone; pei libertini che congiuravanocontro i Borboni nella farmacia Mondella; per tutti quanti insommapoveri ericchiragazze e maritateche ciascuno nel paese conosceva le marachelle delvicinoe diceva in cuor suo: - Meno male che tocca a lui! - a ogni peccato chesciorinava fuori il predicatoree la gente si voltava a guardare da quellaparte. - E allorché sarete nelle fiammeeternepoicosa farete?... Guai! - Cos'è?- borbottò donna Orsola Giuncada all'orecchio della figlioulala qualedimenavasi sulla seggiolaquasi fosse realmente sui carboni accesipersbirciare Ninì Lanzolaggiù in fondo. - Cos'è? Ti vengono i calori adesso?Bada che te li fo passare con qualche ceffoneehi! -Intanto pareva di soffocarein quella stia. Fra il caldol'oscuritàil sito greve della follaquelle due misere candele che ammiccavanopietosamente dinanzi al Cristo dell'altareil guaito del chierichetto che vicacciava indiscretamente sotto il naso la borsa delle elemosineil vocione delpredicatore che intronava la chiesa e faceva venire la pelle d'ocada sentirvimancare il fiato. E sembrava allora che tornassero a pizzicarvi tutte le pulcidegli scrupoli vecchi e nuovial sentire specialmente le frustate delladisciplina che davasi laggiùal buioquel buon cristiano di Cheli Moscafamoso ladroche era venuto a dare il buon esempio e mostrare che mutava vitalìsotto gli occhi stessi del giudice e del capitano giustiziere - cing-ciang- colla cigna dei calzoni. - Ché poise mancava un pollo in paeseandavanosubito a cercar luisangue di Giuda ladro! Gli uominidal canto lorotenevanodurobene o male. Ma nel recinto delle donne la parola di Dio faceva miracoliaddirittura: sospiribrontoliisoffiate di naso che non finivano più; e chiaveva la coscienza pulita ringraziava il Signore in faccia a tutti quanti - corampopulo - e tanto peggio per qualcun'altra che non osava levare il naso dallibro di messadonna Cristina-del-giudice a mo' d'esempioo la Caolinamessain disparte come un'appestatacon tutti i suoi fronzoli e il puzzo di muschioche ammorbava. - A che ti gioverannoMaddalena impenitentele chiome profumate di mirra e d'incensoe i vezziprocaci?... - Donna Orsola si turò il nasostomacata dallo scandalo che recava in chiesa la Caolinapoiché gli uomini persimili donnacce trascurano fino il sacramento del matrimonioe vi lascianomuffire in casa le figliuolesenza contare poi gli altri inconvenienti che nenascono: le ragazze che per aiutarsi si attaccano pure a uno spiantato senz'artené partecome Ninì Lanzo; i padri di famiglia che continuano a correre lacavallina a cinquant'anni... - Guai agli adulteri e ai lussuriosi!...- Ehm! Ehm!... Ora che il predicatoresi era buttato addosso al settimo peccato mortalee diceva pane al panelapovera donna Orsola si sentiva sulle spine per la figliuolache sgranava gliocchi e non perdeva una sola parola della predica. Tossìsi soffiò il naso;infine cominciò a farle la predica a modo suoche le ragazze in chiesa devonostare composte e raccolteascoltando solo quello che sta bene per lorosenzabisogno di fare quel viso scioccoquasi il servo di Dio parlasse turco.Parlava come sant'Agostino invece il predicatore; tanto che si sarebbeudita volare una mosca; la stessa Caolina si era calato il manto sugli occhiepareva contrita anche lei. L'uditorio eracosì penetrato dal soggetto della predicache vecchie di cinquant'annitornavano ad arrossire come zitellee le più infervorate guardavano ditraverso donna Santa Broccala moglie del dottoreche era venuta alla predicacon un ventre di otto mesi che faceva pietàe si sentiva morire sotto quelleocchiatepoveretta. Una santa donna davveroperò costeitimorata di Diosempre fra preti e confessionitutta della casae del maritotanto che gliela aveva empita di figliuolila casa. E il marito -un libertinouno di quelli che andavano a cospirare nella farmacia Mondella -ogni volta che sua moglie mettevasi a letto coi dolori del partose la pigliavacon Dio e coi sacramentispecie quello del matrimoniotalché la poverettapiangeva nove mesi interi quando tornava ad essere in quello stato.Ma stavolta donna Santa gliene fece una più grossa delle altre. È veroche il diavolo e il predicatore ci misero la coda - con quella scena dell'altromondo che il quaresimalista aveva preparato - a fin di bene però. Mentresgolavasi a gridare: - Guai a voilussuriosi! - Guai a teadultera! -apparvero le fiamme della pece greca nel bel mezzo della chiesae si udirono ilsagrestano coi compari che strillavano: - Ahi! Ohimé! - Che vedeste allora! Chidiceva che erano proprio i diavolichi piangeva ad alta vocechi si buttavaginocchioni. La vedova Ramettache aveva il marito sepolto lì di frescosvenne dalla paurae due o tre per simpatia. La povera donna Santa Brocca poigià debole di mente per la gravidanzai digiuni e le devozionisbigottita frai rimproveri del marito e le invettive del predicatoresofferente dal caldodalla vergognadal puzzo di zolfofu colta all'improvviso dagli scrupolio dache so iocominciò a smaniare e a stralunare gli occhipallida come unamortaannaspando colle mani in ariagemendo: - Signore!... Sono unapeccatrice!... Pietà e misericordia!... - e tutt'a un trattocracfece lafrittata. Figuratevi il putiferio: vocistrillimamme che scappavanospingendosi innanzi le ragazze curiose di vedere:insommaun parapiglia. Gli uomininella confusioneinvasero il recintoriservatoa dispetto del giudice che brandiva la canna d'Indiae gridava comefosse in piazza. Corsero pugni e pizzicottinel pigia pigia. Quella fu anzil'occasione che Betta l'indemoniata si rimise con don Raffaele Molladopo tanteliti e tante vergogne che erano state fra di loroe la Caolina fece vedere achi voleva le brachesse ricamatescavalcando seggiole e panche meglio di unacapra. Una baraonda da farvi badare al portafoglio o alla catenelladell'orologiose era il casoché il giudice a buon conto appioppò unastangata sulle spalle a Cheli Moscaper tenerlo in riga.Infinequalche bene intenzionatocoll'aiuto del giudice e delle altreautoritàsgridandostrepitandopigliando la gente per il petto del vestitocorrendo di qua e di làcome cani intorno al greggeriuscirono a mettere unpo' d'ordine e ad avviare la processione che doveva recarsi alla Matricecomeal solitoper ringraziare il Signorela ciurmaglia innanzialla rinfusaaspinte e a sdruccioloni per la viuzza dirupatae i galantuomini dietroa due aduecolla corona di spine e la disciplina al colloche da ogni parte correvasia veder passare a quel modo i meglio signori del paesebaroni e pezzi grossicogli occhi bassie le finestre erano gremite di belle donne - una tentazioneper quelli che passavano in processione colla corona di spine in testa. Nelterrazzino del pretorio donna Cristina-del-giudice chiacchierava colle sueamichee faceva gli onori di casa quasi fosse la padrona.- Sicuro! Donna Santa Brocca! Bisogna dire che ci abbia di gran porcheriesulla coscienza! L'avrebbe dettoeh? una mascherona come lei! E si facevapassare per santa! Anche suo marito farebbe meglio ad aprire gli occhi in casasuainvece di sparlare di tutto e di tutti! - Ildottor Broccache era realmente un giacobinoun malalingua di quelli dellafarmacia Mondellae andava in giro per le sue visiteinvece di ascoltare lapredica e di seguire la processionecome seppe il castigo di Dio che gli eracapitato addossoe gli portarono a casa la moglie più morta che vivacominciò a strepitare e a prendersela col quaresimalistacogli esercizispiritualie col Governo che permetteva simili imposturee tiravano adaccopparvi una gestante con quelle commedie; finché il giudice lo mandò achiamare in pretorio ad audiendum verbume gli fece una bella lavata dicapo: - che il Govemo è quello che comandae non sarete voimio caroche gliinsegnerete ciò che deve fare. Avete capito? - E il quaresimalista appartenevaa quell'ordine dei reverendi padri liguorini che si facevano sentire sino aNapolie andavano girando e predicando per notare a libro maestro buoni ecattivi cittadinicome fa san Pietro in paradisoper conto dei superiori. -Già voi non siete nella pagina pulitacaro don Erasmo! Che siete stanco difare le vostre visiteadessoe volete riposarvi in qualche carcere di SuaMaestà? Fatevi i fatti vostripiuttosto. Avete capito? -I fatti suoi erano che sua moglie stava per lasciarlo vedovocon cinquefigliuoli sulle spallepovero don Erasmoe per giuntanel delirioessa glispifferava sotto il naso certe cose che gli facevano drizzare le orecchiepurtroppo! - Guai all'adultera! Guai ailussuriosi!... Sono in peccato mortale!... Signoreperdonatemi!... -Quello che aveva sentito alla predicainsomma. Ma don Erasmoche nonera stato alla predicanon sapeva che pensaresgranava gli occhisi faceva ditutti i coloribalbettava ansioso: - Eh?Che dici? Eh? - Non che sua moglie avessemai dato occasione a sospettar di leipoverettacon quella faccia! che sarebbestata una vera birbonata a volergli fare quel tiro al dottor Broccaun altroche non ci fosse obbligatocome vi era costretto luipurtroppoper amor dellapaceper accontentare la moglie che aveva la testa piena delle diavolerie deipretie osservava con fervore tutti e cinque i sacramenti... S'intendeva luiche aveva una nidiata di figlioli sulle spalle! Già i preti non pagano delloro! E quando una donna si è scaldata la testapoi... Ne aveva viste tante! -Eh? che dici? Parla chiaroin malora -. Mal'inferma non dava rettaaccesaguardando chi sa dove cogli occhi stralunati.E donna Orsola Giuncadache gli era sempre fra i piedicol pretesto diassistere la cugina donna Santagli dava sulla voceper di più:- È questa la maniera? Dopo un aborto? Mi meraviglio di voi che sietemedico! - - E lasciatela direpeste! Sitratta del mio interesse!... - Le amiche chevenivano a visitare l'inferma facevano le meraviglie!... - Possibile! Un casosimile! Se stava così bene! Era venuta alla predica! Una madre di famigliach'era un modello! Che scrupoli poteva avere? - -Mah!... Mah!... - Alcune tentennavano allorail capo discretamentealtre invece si guardavano fra di loroe se ne andavanosenza chiedere altro. Qualche burlone perfino stringeva la mano in certo modo adon Erasmo che sembrava dirgli: - Pazienza! È toccata a voi... -Almeno gli sembrava! Giacchéquando vi si è ficcata una di quellepulci nell'orecchioun galantuomo non sa più che pensare. Vito 'Nzerra non eravenuto a riferirgli pure le chiacchiere che faceva correre donnaCristina-del-giudicequella pettegolainsudiciando anche luipoverogalantuomo? Le chiacchiere non finivanopiù: forse donna Santa era uscita di casa che non si sentiva bene quel giorno:o una mala luna nella gravidanza: o qualche spintone della folla: e questoequest'altro; oppure aveva avuto che dire col marito: - Dite la veritàehdonErasmo?... - La verità... la verità... Non si può sapere la verità! - DonErasmoche si sentiva scoppiarela buttò infine in faccia alla Borella e adue o tre altri fidati: - Non vogliono che si dica la verità!... pretisbirrie quanti sono della baracca dei burattini!... che menano gli imbecilli per ilnaso!... proprio come le marionette!... e tirano ad accopparvi una gestante consimili pagliacciate!... - - Ma no! Ma no!Siamo state tutte alla predica... C'ero anch'io... A nessuna è successoniente... - - Allora! Allora!... -Allora non sapeva che dire il povero don Erasmocogli occhi stralunati ela bocca amara. Tornava a supplicare la moglieprendendola colle buonecollafaccia atteggiata al risomentre preparava decotti e l'abbeverava di medicine:- Dilla al tuo maritino la verità... Cos'è questo peccato? Che devoperdonarti? - Come parlare a un muro. DonnaSanta non disserrava neppure i denti per inghiottire le medicinealle volte;oppurese parlavatornava a battere la stessa solfa di castighidi peccatigravidi lingue di fuoco che aveva sempre dinanzi agli occhi.- Ah? Non posso sapere nemmeno cosa è successo in casa miaah? -sbuffava allora furibondo don Erasmo rivolto a donna Orsola ch'era sempre lìfra i piedi. Lui che sapeva tutte le storiedi casa altruigli scandali di donna Cristinale scene della vedova Ramettache andava a piangerela buon'animanelle braccia di questo o di quello! - Sene facevano le belle risate col farmacista e don Marco Crippa. - Gli pareva divederloadessodon Marcostrizzando l'occhio guercioora che la disgraziatoccata a lui faceva le spese della conversazione. -Capite benedonn'Orsolache ho diritto di sapere infine cos'è successo incasa mia! - - Cos'è successo? Che vedete?Non vedete che vaneggiapoveretta? Sono le parole della predica che le rimaseroin mente... - Giusto! perché le fosserorimaste in mente appunto quelle voleva sapere don Erasmo! In casa sua non cen'erano mai state di simili porcherie!... Che sapesse luialmeno! Che sapesseluiCristo santo! - Lasciatemi stareCristo santoo dico che siete d'accordofra di voi! E tu spiegatimannaggia! - Chevolete? Perdonatemi!... - Ah no! Don Erasmovoleva prima sapere cosa dovesse perdonare! ...e chi ringraziare del tirofattoglise mai! ...del furto domestico! ...Sissignoredel furto domestico!Perché quando un galantuomo non è sicuro nemmeno in una casa come la suaunavera fortezzae con una moglie come la suache a fargli un tiro simile consiffatta moglie doveva essere stata inimicizia bell'e buona!... Ma chi? compareMuzioil solo che bazzicasse da lui... a sessant'anni suonati!... È vero chedonna Santa non era più di primo pelo nemmeno leie il peccato poteva esserevecchio anch'esso... E allora? Allora? Quei figlioli di cui s'era empita la casain ossequio al settimo sacramento? C'era qualche ladro anche fra di loro...Gennarinoo Sofia... o Nicola?... Tutti i santi del calendario c'erano in casasua! Di tutte le età e di tutti i colori... Anche coi capelli rossi come ilnotaio Zacco che stava lì di facciaed era capacissimo di avergli fatto queltiro per pura e semplice birbonatagratis et amore Dei!Il pover'uomo perdeva la testa in quei sospettie si rodeva dentromentre gli toccava assistere l'ammalatae correre di qua e di là per la casain disordinecostretto a far tutto luila pappa per Concettinalavare il musoad Ettore - forse i ladri domesticipoveri innocenti!... Nonon poteva durarea quel modo! Donna Santa avrebbe parlato infineavrebbe detto la verità- seè vero che era una santa donna- per scarico di coscienza.Ma essa invece non confessò nullanemmeno in punto di mortenemmeno alprete che venne a portarle il viatico. Don Erasmo lo prese a quattr'occhidoposeguendolo giù per la scalacolle gambe che gli vacillavano sottoperconoscere infine questa benedetta verità... - Se è vero che ci sia questomondo di là... Se è vero che bisogna andarvi colla coscienza pulita... Speciedi certi fatti che tolgono per sempre il sonno e l'appetito a un galantuomo...Disposto a perdonare però... da buon cristiano... -Niente! Neppure al confessore aveva detto nulla sua moglie. - Una verasantacaro don Erasmo! Potete vantarvene... - o che realmente sua moglie nonavesse nulla da direo che anche le sante ci hanno il pelo sullo stomaco.E se il dottor Brocca non poté togliersela alloranon se la tolse maipiù quella spina dal cuorequel dubbio amaroquel sospetto che gli accendevail sangue a ciascuno che venisse a cercarloo soltanto passasse per viae locoglieva di soprassalto se fermavasi un quarto d'ora nella farmaciae glimetteva l'inferno in casagli avvelenava il pane stesso che mangiava a tavolafra quella nidiata di marmocchi che ne divoravano dei cassoni pienichissàquanti a tradimentoe quella moglie che tornata da morte a vita avrebbe volutotornare anche ad essere come era primatutta della casa e del maritosemprefra preti e confessori. - Come la fai questaconfessione? Che andate a dirgli al confessore voi altre donne?... Se non ditemai la verità!... - La poveretta piangevasi disperavafaceva mille proteste e mille giuramenti. La cugina Orsola allevolte accorreva alle gridae gli diceva il fatto suo:- Ma che voleteinfineda lei?... Volete che inventi dei peccati?Volete esser becco per forza? - E glitoccava mandar giù anche questa e tacere! E gli toccava chinare il capo ecambiar discorsoquando si rideva degli altri mariti disgraziaticon don MarcoCrippa e il farmacista.